My Work

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Scegliere di lavorare con i bambini sull'arte presuppone il superamento dell'idea di gratuità ed opzionalità delle attività espressive, per considerarle non un riempitivo, ma un momento “sperimentale” di grande importanza di una proposta educativa più ampia.


Il Laboratorio e la Creatività

Il concetto di Laboratorio è indissolubilmente legato al “fare”. E “creare” è una forma del “fare”. Dunque il laboratorio diviene un luogo privilegiato in cui si agisce, si produce, si compone, si esegue, ci si esercita. Il termine “arte” li comprende entrambi ( fare e creare ) poiché indica una qualche attività regolata da aspetti tecnici e fondata sull'esperienza.

Ma quel che fa la differenza è il modo in cui questi processi prendono vita e trovano espressione. Penso alla creatività come capacità potenziale comune a tutti gli individui, e non privilegio di pochi; come possibilità di espressione ed amplificazione delle proprie caratteristiche originali.

Ciò che importa non è il prodotto, non è l'esercizio in quanto tale, ma il modo in cui il bambino si “sente” durante il processo che porta alla “produzione” di un elaborato; l'atteggiamento con il quale affronta la situazione, il ruolo in cui la vive. Ed è proprio nel modo in cui vengono affrontate le diverse situazioni che si realizza una scelta creativa. Sarà allora necessario valorizzare le idee, le intenzioni e gli stili espressivi di ogni bambino al fine di favorire lo sviluppo della personalità di ciascuno. Persino un semplice disegno andrebbe osservato nella sua interezza, ossia anche durante la sua esecuzione.

Gli apprendimenti che avvengono attraverso i linguaggi espressivi, una volta interiorizzati potranno essere “trasposti” ed applicati a contesti e situazioni diverse.

Così, ribadendo la centralità del modo in cui si procede, ne consegue l'importanza di conservare un ricordo piacevole di un'esperienza vissuta, al fine di stimolare i fattori motivazionali che sono alla base della volontà di ripeterla. Questo significa pensare ad un metodo di lavoro fondato sul “principio di piacere” come importante motivazione alla crescita.

Ed in questa prospettiva, non si possono non citare ( ad esempio ) il metodo Munari e la GDL (Stefania Guerra Lisi e Gino Stefani). Infine ricordiamoci ( pensando alle attività grafiche più nello specifico ) che non si insegna a disegnare, così come non si insegna a parlare o a camminare. Un laboratorio creativo offre semplicemente delle occasioni in più ed un ambiente favorevole allo sviluppo dei processi finora descritti.

A chi è rivolto

Le attività proposte sono rivolte a bambini dai 12 mesi ai 9 anni. I percorsi sono chiaramente diversi, ma connessi da un comune e primario obiettivo: favorire la conquista della sicurezza in se stessi, in uno spazio semi-strutturato che sappia accogliere i bisogni, i tempi e le peculiarità di ciascuno già dall'atmosfera che rivela.

Obiettivi

Obiettivo centrale ( come accennato ) è la conquista della sicurezza in sé stessi, poiché dalla sicurezza di sé derivano le capacità di apprendimento. Questo sarà possibile attraverso percorsi che favoriscono la “scoperta” e lo sviluppo della “fisicità” del bambino che lo “informa” sull'ambiente circostante.

Poiché è proprio attraverso la capacità di “sentire” che il bambino entra in contatto con il mondo e con esso interagisce per organizzarlo, ordinarlo e classificarlo secondo i tempi, le energie e le motivazioni personali.

Nascerà così, nel tempo, una consapevolezza della gerarchia, dell'estensione, dell'affinamento dei propri sensi ed il riconoscimento di una propria “estetica fisiologica”. (GDL)

Se attraverso l'esperienza sensoriale si raggiunge, poi, anche il compiacimento per le proprie tracce (corporee, grafiche, sonore, ecc.), l'apprendimento viene interiorizzato. E sarà fonte motivazionale per gli apprendimenti futuri, che consentiranno un'elaborazione creativa ed una loro trasposizione in situazioni diverse. Ogni attività proposta prevede poi il raggiungimento di obiettivi più o meno specifici.

Per i più piccoli (12-24 mesi)

Il cibo e gli alimenti in generale sono gli elementi che caratterizzano i percorsi per i più piccoli. I percorsi proposti offrono l'occasione di scoprire e “ri-scoprire” il cibo attraverso la manipolazione di alimenti (frutta e verdura, polveri alimentari, gelatine, ecc.).

Questo permetterà di: scoprire le caratteristiche degli alimenti offerti; sperimentare in prima persona alcune modifiche strutturali degli stessi, dovute ad azioni messe in atto dai bambini sminuzzando, schiacciando, spezzando, ecc. ; scoprire le differenze tattili ed organolettiche di alcuni alimenti proposti sia crudi che cotti; stimolare il ricordo di sensazioni legate al cibo ed al gusto.

Il tatto come senso primario di comunicazione. La manipolazione come azione che dà la sensazione di progressivo “potere sulla realtà”. Inoltre, essendo questa una fascia di età in cui il bambino non ha ancora esaurito la fase orale ( come prima relazione con il mondo ), la libera esplorazione del cibo non ha controindicazioni. Con gli alimenti ( opportunamente scelti e preparati ) si può tranquillamente disegnare o dipingere..ma anche...assaporare.

Per i più grandi (3-5 anni)

Le attività proposte ai fanciulli della scuola dell'infanzia, vanno via via ad arricchirsi di aspetti tecnici che il bambino è in grado di gestire e padroneggiare sempre meglio.

Fermo restando che il “tattilismo” continua ad essere elemento importante e centrale dell'esperienza laboratoriale, si esplorano vari aspetti del disegno e del disegnare. Gli strumenti ed i supporti adoperati costituiscono già da soli una considerevole fonte di stimoli ( carte e matite dalle diverse caratteristiche ).

Ma ancora una volta la differenza è dettata dal modo in cui gli strumenti vengono offerti ed adoperati. Tecniche grafico pittoriche ( e non solo ) diverse, come acquerello, tempera, acrilici, gessetti, pastelli a cera, ad olio, matite colorate, carboncino, ecoline, inchiostri; monotipi, fotografie, diapositive, etc. consentono di ampliare ulteriormente quella gamma di strumenti che si trasformano in occasioni per fare sempre più associazioni tra i dati offerti ed immagazzinati. Più dati immagazziniamo, maggiori saranno le associazioni che potremo fare tra essi: questa in fondo è la Fantasia.